In questi giorni di emergenza generale per il coronavirus, quando si parla di lavoro e di aziende che non si fermano, si tocca quasi sempre il tema dello smart working: con Infogest è più sicuro, comodo e flessibile.
Molti, ironizzando online, affermano che solo in questa emergenza le aziende prendono in considerazione questa metodologia di lavoro che, invece, potrebbe essere utile a molti dipendenti nella loro settimana lavorativa standard di 40 ore, dal lunedì al venerdì.
Ma quante aziende sono veramente pronte per lo smart working?
A livello tecnico, lo smart working deve essere:
– sicuro: parliamo di cyber security, policy, network wireless, protezione delle infrastrutture aziendali e sicurezza dei dati;
– flessibile: ossia non solo PC. Il fenomeno del BYOD (Bring Your Own Device) può essere molto pericoloso, se i device non sono adeguatamente protetti;
– comodo: è utile non solo al dipendente ma anche all’azienda. Gli obiettivi possono essere raggiunti in ogni situazione, regalando un’opportunità unica di svolgere l’attività lavorativa senza il fardello di tempi morti, costi di trasferimento, orari da rispettare che non sempre coincidono con le esigenze lavorative e personali…
Ma c’è sempre un’ombra, che in questo caso è il freno delle aziende, che non vogliono concedere quest’opportunità, piene di dubbi sull’efficacia e sul rendimento effettivo dei dipendenti che lavorano da casa.
Questo sembra un ostacolo insormontabile, perché – se la tecnologia c’è e si può applicare – manca tuttavia la piena fiducia verso i collaboratori.
Come possiamo aiutarti?
Noi di Infogest possiamo fornire un sistema di videoconferenza da utilizzare per il team interno o per riunioni anche a carattere internazionale, rendere utilizzabili i programmi tecnici dal PC dell’ufficio a quello di casa o permettere l’accesso a server e database in tutta sicurezza ai vari dipendenti.
Creiamo la soluzione più adatta alle tue esigenze, per rispondere in modo efficace alle richieste del mercato in ogni momento.
La drammatica quotidianità di un virus, stavolta non informatico, potrebbe rappresentare una spinta verso un più organico utilizzo di questa modalità di lavoro – una volta superata questa terribile prova per il nostro Paese. Vogliamo pensare che, nonostante tutto, in futuro si apra uno spiraglio di luce, lo spazio per uno smart working sicuro, comodo e flessibile nella quotidianità delle aziende italiane, non più dunque solo durante le emergenze.